La trasformazione degli attuali consorzi di gestione dei parchi in enti di diritto pubblico, la semplificazione delle procedure di pianificazione delle aree protette, la parificazione delle procedure di modifica dei confini, la valorizzazione dei parchi locali di interesse sovraccomunale (PLIS), la razionalizzazione delle spese gestionali, l’istituzione di un apposito albo regionale per i direttori dei parchi, la designazione di un componente del comitato di gestione dei parchi da parte della Giunta regionale (prima i componenti erano eletti solo da Comuni e Enti locali coinvolti): sono queste le
novità principali della nuova legge regionale che modifica le competenze e l’organizzazione degli enti gestori dei parchi lombardi, approvata oggi in Consiglio regionale, con 44 voti a favore, 5 contrari e 20 astenuti: voto favorevole espresso da PdL e Lega Nord, astensione dell’UdC e del PD, voto contrario di IdV e SEL.
«È un provvedimento – ha spiegato il relatore
Carlo Saffioti- che si propone di semplificare e migliorare la gestione dei parchi, razionalizzando i costi di funzionamento».L’Assessore regionale ai Parchi Alessandro Colucci di concerto con il relatore ha presentato complessivamente quattro emendamenti, tutti approvati, con i quali è stata stralciata la norma contenuta nel testo uscito dalla Commissione che semplificava e abbreviava le procedure di modifica dei confini dei parchi e con i quali viene specificato come il rappresentante regionale nell’Ente parco debba essere scelto “tra amministratori, esperti o personalità di rilievo del territorio degli Enti locali interessati dal parco”. Approvato anche un emendamento della Lega Nord che stabilisce come, all’interno dei parchi, la realizzazione di opere pubbliche in deroga previste dalla legislazione nazionale e di reti e infrastrutture previste dalla programmazione regionale, sarà possibile solo previa acquisizione del parere favorevole vincolante e obbligatorio dell’Ente Parco.
Questi emendamenti hanno accolto richieste e sollecitazioni specifiche avanzate anche dal gruppo del Partito Democratico, che ha così
ritirato 92 emendamenti sui 110 inizialmente presentati (complessivamente erano 167 quelli totali). Il Partito Democratico ha ottenuto parere favorevole a un proprio emendamento che consente la partecipazione ai lavori della Comunità del Parco con diritto di parola anche a rappresentanti delle associazioni ambientaliste, delle associazioni agricole e produttive, delle associazioni venatorie e della pesca, delle pro-loco e dei fornitori di servizi turistici presenti all’interno del parco. Approvati infine tre ordini del giorno del Partito Democratico, con i quali si chiede tra l’altro alla Giunta regionale di attivarsi per consentire in tempi rapidi l’istituzione del Parco Regionale del Po, condizione primaria per la costituzione di un grande parco interregionale. Gli ordini del giorno chiedono inoltre di favorire l’istituzione del Parco Regionale “Basso Lambro”, di garantire ai parchi regionali lombardi una contribuzione certa per i prossimi anni e di intraprendere una politica di disincentivazione dell’occupazione di suolo agricolo boschivo e forestale premiando i Comuni virtuosi con appositi punteggi nei bandi che prevedono contributi.
Il voto di astensione del PD è stato spiegato dal capogruppo
Luca Gaffuri, che ha riconosciuto la positività del lavoro svolto in Commissione e in Aula. «Molti aspetti del progetto di legge iniziale –ha detto- sono stati
migliorati, grazie soprattutto alle proposte avanzate dalla minoranza, ma permangono le nostre perplessità su molti altri punti. Ora serve quanto prima una legge organica che ridefinisca la funzione e il ruolo dei parchi». Concetto analogo è stato ribadito anche dal capogruppo dell’UdC Gianmarco Quadrini, mentre
Giulio Cavalli (SEL), pur apprezzando il tentativo di migliorare il testo originario, ha evidenziato come la soluzione finale avrebbe dovuto essere diversa e migliore. Negativo il giudizio di
Francesco Patitucci (IdV): «Questa legge esclude gli Enti locali e le associazioni ambientaliste dalla gestione dei parchi regionali».
I contenuti della legge
L’esigenza della nuova normativa che modifica le regole contenute nel testo unico del 2007 e nella legge regionale n°86 del 1983 nasce dai tagli dei cosiddetti “enti inutili” disposti nel 2009 dal Ministero della Semplificazione, tra i quali erano indicato anche i consorzi di gestione dei parchi.Saranno derogati dal provvedimento approvato e continueranno a essere gestiti secondo le modalità attuali il Parco Adamello, il Parco Alto Garda Bresciano, il Parco Agricolo Sud Milano e il Bosco delle Querce di Seveso (MB), mentre i consorzi di gestione delle riserve naturali Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, Pian di Spagna, Lago di Mezzola e Torbiere del Sebino vengono subito trasformati direttamente in enti di diritto pubblico. La gestione del Parco della Grigna settentrionale, su proposta del consigliere Dario Bianchi (LN), verrà affidata alla Comunità Montana Valsassina-Valvarrone- Val d’Esino e Riviera.
La legge promuove l’accorpamento e l’aggregazione degli enti gestori e stabilisce che ciascun nuovo organismo gestionale dovrà essere costituito da un presidente e da un comitato di gestione composto da due o da quattro componenti, uno dei quali designato dalla Giunta regionale e gli altri dalla Comunità del Parco, alla quale spetta anche l’elezione del presidente. La Comunità del Parco è composta da un rappresentante per ciascuno degli Enti locali territorialmente interessati. Il provvedimento affida inoltre alla Giunta regionale la responsabilità di istituire un apposito albo di direttori del parco con specifiche competenze e requisiti, all’interno del quale deve ricadere la scelta per concorso pubblico dei direttori stessi. Viene istituita la Consulta regionale delle aree protette composta dall’Assessore regionale competente e dai Presidenti dei parchi regionali e naturali, con il compito di provvedere allo sviluppo e alla tutela delle aree protette lombarde. A questa si aggiunge il Tavolo delle aree regionali protette quale strumento permanente di confronto con le associazioni agricole, ambientaliste e venatorie sulle politiche di settore. Inoltre per ogni parco naturale sito all’interno dei parchi regionali dovrà essere predisposto e approvato uno specifico piano che avrà un valore assimilabile a quelli territoriale e urbanistico e che dovrà adeguarsi al piano paesaggistico regionale.
La legge è stata oggetto di numerose audizioni con i soggetti interessati e il suo esame ha occupato complessivamente sedici sedute di Commissione.
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