«
Suolo bene comune»: con questo slogan il
Gruppo regionale del Partito democratico ha presentato oggi la sua proposta di legge di
modifica delle norme per la coltivazione delle sostanze minerali di cava e soprattutto ha chiesto di
riaggiornare le tariffe di escavazione.
«Sono tre le proposte in discussione – ha spiegato
Angelo Costanzo, consigliere regionale del Pd –: la nostra, quella dell’Idv e una della Lega che non è tanto dissimile dalle altre, a dimostrazione che la pensa, ancora una volta, diversamente dalla
Giunta Formigoni, la quale non procede a una revisione delle regole e tiene le tariffe ferme al 2008». Eppure, ha fatto notare Costanzo, «il
tema delle cave riguarda fatturati importanti e l’utilizzo di risorse di pregio in Lombardia. Quindi, noi vogliamo provare a far capire che la sfida del futuro non è continuare ad aprire nuove cave, ma puntare al riciclaggio degli inerti: in Germania si recupera l’86,3% degli inerti, in Italia solo il 9%. Inoltre, vanno aggiornate le tariffe, non come aumento, ma come
giusto prezzo rispetto all’uso di un bene ambientale».
Proprio perché, ha confermato il collega
Giuseppe Civati, «il suolo deve essere
considerato un bene comune, in particolare in una delle regioni più devastate dal punto di vista della cavazione. La
Giunta è sicuramente in ritardo perché non aggiorna le tariffe. E a questo ritardo corrisponde quello sul testo di legge, che, per altro, mette in difficoltà gli stessi cavatori».
Per capire la differenza tra l’aumento di tariffazione proposto dalla Giunta Formigoni e quello del Pd, basta guardare i numeri: Regione Lombardia prevede un adeguamento che porterà nelle casse 490mila euro in più; il Partito democratico chiede di arrivare non agli altissimi standard europei, ma almeno a quelli di altre regioni italiane, fino a un massimo di 21 milioni di euro in più (
qui i dati).
«Si parla tanto di manovra economica, di difficoltà a reperire risorse – fanno presente Civati e Costanzo –: basterebbe
aggiustare anche di poco le tariffe di escavazione».