Conclusa la discussione generale sulla manovra economica, il Consiglio regionale ha
votato sei ordini del giorno: cinque presentati da Gruppi dell’opposizione e tutti respinti e uno, a firma della maggioranza, che, invece, è stato approvato. Quest’ultimo documento,
sottoscritto dai Gruppi PDL e Lega Nord, pur riconoscendo l’impegno del Governo nella lotta agli sprechi e all’evasione fiscale, registra un
eccessivo peso sulle spalle delle Autonomie territoriali in termini di tagli ai trasferimenti e di nuove regole al Patto di stabilità interno.
Nell’ordine del giorno, la maggioranza appoggia
l’impegno del Presidente della Regione, finalizzato a proporre modifiche alla manovra nazionale con il triplice obiettivo di mantenere le risorse necessarie alla piena attuazione del federalismo fiscale; non diminuire il Fondo sanitario nazionale; prevedere meccanismi di premialità a favore delle Regioni virtuose.
Nei quattro ordini del giorno presentati dall’
Italia dei Valori e tutti bocciati, si invitava la Giunta regionale a proporre variazioni finalizzate a impedire tagli alle risorse di Regioni ed Enti locali. In particolare, IdV proponeva una sorta di “contromanovra” basata sulla lotta all’evasione fiscale (es. aumento dal 5 al 12,5% della tassa sulla regolarizzazione dei capitali rientrati con lo scudo fiscale); il taglio degli sprechi (es. abolizione delle province e abolizione dei finanziamenti per opere come il Ponte sullo Stretto); la promozione di atti giudiziari civili nei confronti delle Banche protagoniste della emissione dei bond regionali nel 2002; il reperimento di risorse attraverso la messa all’asta delle frequenze liberate dal passaggio al digitale terrestre (come hanno già fatto altri Paesi europei); il divieto per gli enti pubblici di ricorrere ai derivati e la riduzione del cuneo fiscale che consentirebbe di risparmiare sul costo del lavoro, favorendo così l’occupazione.
Respinto anche
l’ordine del Giorno presentato dal Pd e dal Gruppo Pensionati con il quale si sollecitava la Giunta ad attuare una serie di azioni come l’abolizione delle Prefetture, la soppressione della Provincia di Milano e la contestuale istituzione della Città Metropolitana; il trasferimento, a partire dal 2011, delle sedi militari dismesse a Comuni e Province e la vendita di Ferrovie Nord in un’ottica di liberalizzazione, evitando di rinforzare il monopolio già esistente di Trenitalia.
“Con questo ordine del giorno inizia la marcia indietro di Formigoni, che si prepara a subire i diktat di Tremonti - ha detto il capogruppo del Pd Luca Gaffuri - L’architettura di questa manovra è completamente squilibrata. I tagli nei trasferimenti statali sono irragionevoli e vengono confuse indistintamente regioni rigorose e amministrazioni negligenti, si toccano in maniera ridotta i ministeri mentre si addossano pesi insostenibili a regioni, province e comuni”.